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Dall'Etna a Verona Novembre 1998

Sono arrivati oggi all'Arena i due ragazzi partiti nove giorni fa da Catania con i loro Arrampichini


Contributed by Renato Benedetti & Alberto Lombardi (Novembre 1998) "Dedicato a Alberto Lombardi, in ricordo di uno dei tanti momenti felici passati insieme." Sun, 7 Jul 2002 08:57:52 +0200
Stavamo guardando il giro d'Italia quando, fantasticando mi usci' questa frase: "Il mio sogno sarebbe partecipare al giro", il compare mi umilio' subito "ma ti rendi conto di quanto e' lunga l'Italia e a quanto vanno!" Risposi "ma no, intendevo dire fatto lentamente, comunque dalla sicilia a qui' saranno circa 1.000Km." cosi' comincio' la scommessa con noi stessi!

Visto dal lato atletico puo' sembrare una cosa non eccezionale attraversare l'Italia da sud a nord in bicicletta, basta seguire la costa essere ben allenati avere bici da corsa ultraleggere un buono staff al seguito (ammiraglia massaggiatori meccanici) e un buon albergo con tutti i comfort per rilassarsi tra una tappa e l'altra! Purtroppo noi non avevamo nulla di tutto cio'; noi non eravamo per niente allenati a pedalare, semmai allenati a portare vassoi, con alle spalle una stagioone turistica appena conclusa che certo non ci aveva lasciato in ottima forma. Non volevamo assolutamente costeggiare il mare ma assaporare le salite che tanto facevano sudare i nostri beniamini al "giro". Al posto delle bici da corsa ultraleggere avevamo i nostri "normali" rampichini ancora piu' appesantiti da piu' di 35kg. di bagagli e atrezzi. Dormivamo nella prima pensione che trovavamo all'imbrunire, eravamo addirittura dotati di sacco a pelo. I massaggi ci avrebbero fatto molto comodo ma ancor di piu' ci mancava l'ammiraglia per borracce viveri e bagagli. Un sogno sarebbe stato poi un meccanico che ci avesse riparato le forature, visto che abbiamo bucato in tutto 29 volte!

Non eravamo pero' degli sprovveduti avevamo tutto l'indispensabile dagli atrezzi al pronto soccorso, e perfino il dentifricio (uno in due per risparmiare peso). Avevamo studiato nei minimi particolari il percorso e la tabella di marcia, prenotato l'aereo per Catania e procurato gli imballaggi usa e getta per le bici . Siamo riusciti a portare indumenti adatti per i 28° di Taormina, i 4° di Rionero sugli appennini a 1.400m. di altitudine e l'umidita' della pioggia nella Pianura Padana. Abbiamo avuto molti imprevisti, abbiamo sbagliato spesso strada (con allungamento del tragitto), abbiamo trovato deviazioni, frane, divieti di transito per le bici in galleria, siamo stati inseguiti piu' volte da cani inferociti, siamo pure incappati nei terremoti che in quel periodo devastavano la zona Umbro-Marchigiana.

Il nostro traguardo, o almeno quello che avevamo detto ai nostri amici era arrivare dalla Sicilia a Rimini. In verita' dentro di noi avevamo il sogno di fare anche di piu', speravamo che il tratto da Catania a Napoli lungo il mare e percio' piatto ci avrebbe dato un notevole vantaggio sulla tabella di marcia. Ci eravamo illusi, la sera del nostro arrivo, all'aereoporto di Catania ci siamo resi conto che eravamo 10Km. a sud della citta', per montare le bici arrivate fortunatamente intatte abbiamo lavorato piu' di un'ora, sotto gli sguardi talvolta straniti e spesso a dir poco loschi di strani individui che si aggiravano nel parcheggio.

Finalmente in sella abbiamo ben pensato di portarci il piu' lontano possibile dal centro di Catania. Scampati ad un tentativo di taccheggio ad un semaforo, siamo arrivati alle 20,00 col cielo oramai buio ad Acireale Terme, abbiamo trovato un albergo e felici di aver iniziato l'avventura, siamo andati a fare una bella mangiata di pesce.

I° TAPPA ci siamo svegliati alle 7, la sveglia non è servita stavamo già facendo ginnastica, eravamo tesi, fremavamo di partire: Abbiamo fatto colazione, caricato i bagagli sulle bici e via!

Per i primi chilometri siamo stati accompagnati dalla maestosa montagna dell'Etna che sbucava dalle nuvole. Si, non era una bella giornata e nel pomeriggio nei pressi di Taormina ha piovuto piu' di un'ora, primo imprevisto la statale è franata il transito viene deviato sull'autostrada, (vietata alle bici) l'unica soluzione è trascinare le bici per 8Km. sulla spiaggia sassosa. Per il ritardo accumulato sulla spiaggia abbiamo perso il traghetto per la Calabria, e siamo arrivati a Villa S. giovanni nel tardo pomeriggio. Rendendoci conto del ritardo abbiamo pedalato ancora una mezz'ora, ci siamo fermati a dormire nei pressi di Scilla. Abbiamo guardato le partite alla televisione mentre ci massaggiavamo le gambe, eravamo circondati di bagagli stesi ad asciugare.

II°TAPPA Questa mattina gli sguardi erano già più spenti non eravamo più così pimpanti come ieri, le gambe erano dure rigide come tronchi, l'unica cosa positiva era la colazione e la splendida alba con il sole che sorgeva dalla Sicilia vicino all'Etna fumante. Pedalavamo di buona lena, le gambe, una volta scaldati i muscoli, giravano bene, la fatica era alleviata dagli stupendi paesaggi di Palmi, S. Eufemia ed infine Amantea, dove siamo arrivati alle 19,45. Eravamo stremati senza forze non tanto per i Km. percorsi ma per il continuo su e giù della costa.

III° TAPPA Sempre lungo la frastagliata costa siamo arrivati fino al Golfo di Policastro, passando per Paola, Scalea e non ultima la splendida Maratea. Oggi finalmente, anche se aiutati dal vento a favore eravamo rimasti in tabella di marcia, purtroppo dovevamo pero' recuperare i precedenti ritardi.

IV° TAPPA Attraverso la penisola del Cilento oggi abbiamo raggiunto Monte Corvino siamo passati nel Vallo di Lucania, abbiamo visto l'Agropoli, visitato di sfuggita Paestum e Battipaglia. Eravamo in montagna, avevamo lasciato la costa Salernitana il paesaggio era piu' verde, fresco, non si sentiva più l'odore di salsedine.

V° TAPPA Una delle tappe piu' dura alle spalle, (1500m. di salite) ci aspettavano oggi i primi appennini eravamo sconsolati, a mezzogiorno avevamo già valicato due monti 1.100m. eravamo ad Altavilla Irpina, si proprio quella del famoso terremoto stavamo mangiando quando si è deciso a Benevento prendiamo il treno! Il caso ha voluto che a Benevento di treni per Isernia non cen'erano, dovevamo proseguire con la bici. Ci siamo a dir poco trascinati fino a Morcone, dove siamo arrivati alle 7,45 nel buio piu'completo (70Km. in ritardo sulla tabella).

VI° TAPPA quella delle crisi! Proprio all'inizio della tappa Appenninica, quella più dura Pio si è svegliato con la schiena inchiodata, non riusciva a pedalare, dopo due ore di bici avevamo fatto 35Km. si meditava il ritiro, ci siamo fermati nei pressi di Isernia nel Matese, nessuno parlava, sorseggiavo un bollente te in un chiosco di montagna oramai ero rassegnato quando Alberto disse:"Andiamo avanti" I miei occhi brillavano di gioia e sono ripartito trascinandomi Alberto nella scia. Il dolore di schiena andava via via sparendo, lui cominciava a darmi nuovamente cambi e la velocità aumenteva. A pranzo (le 14,00) avevamo gia passato Rionero la cima Coppi 1.400m. Ora ci aspettava una lunga discesa che ci avrebbe portato fino all'Adriatico, oramai era fatta, fino a Rimini era oramai solo piana. Alla fine della regolare discesa una brutta sorpresa, il freddo mi aveva inchiodato il ginocchio oramai non davo piu' cambi ero tutto indolenzito, pensavo che avevamo chiesto troppo al nostro fisico, ed eravamo oltre il limite. Alberto mi ha "tirato" fino a Fossacesia in riva al mare, ero esausto, mi sono sfogato nel cibo abbiamo mangiato pesce di mare per 4 persone e bevuto una vietata bottiglia di vino.

VII°TAPPA Oggi avevamo previsto una tappa di riposo, (110Km) fino a S. Benedetto d. Tronto. Stranamente eravamo in splendida forma la fatica di ieri era stata completamente assorbita, macinavamo chilometri senza fatica siamo arrivati a S.Benedetto gia a mezzogiorno, abbiamo festeggiato con un prosecco i 1.000Km. poco prima di fermarci ad Ancona.

VIII° TAPPA Sempre lungo l'Adriatico passando per Fano e Riccione siamo arrivati finalmente a Rimini. ci siamo detti:"che si fà ci fermiamo o tentiamo l'impresa?" Com la mentalità che ci hanno insegnato nella Folgore la risposta poteva essrer solo una! e la sera eravamo alloggiati a Ravenna. Ci siamo pure concessi il lusso di un film al cinema.

IX° TAPPA lungo la pianura Padana sotto un forte acquazzone abbiamo raggiunto Ferrara l'umidita era penetrata dappertutto eravamo inzuppati ed infreddoliti, nei pressi del ponte sul Pò la prima caduta senza conseguenze, (il Kit di prontosoccorso è fortunatamente arrivato a casa intatto).Nel pomeriggio il tempo è migliorato, lungo la Superstrada ci siamo portati velocemente a Legnago. Mancavano solo 45Km. a Verona, erano le 15,10, e ci siamo concessi l'ultima sosta. Siamo arrivati a Verona 2 ore dopo tenendoci per mano a braccia levate, l'asfalto era bagnato, gli schizzi di fango avevano trasformato le nostre facce in maschere e le nostre tute del Ciclone in divise da motocros. Eravamo in uno stato pietoso, sembravamo usciti da un'amarcord delle prime edizioni del Giro, l'unica cosa che brillava in noi erano gli occhi, che nel piazzale dell'Arena andavano in cerca delle nostre "miss" da abbracciare!

"E' stata dura non credevo ce l'avrei fatta a risalire l'Italia fino a casa mi vedevo gia'a Napoli che salivo sul treno. E poco ci e'mancato!"